Gli odontotecnici, che potranno dimostrare la perdita economica a causa del Covid-19, avranno diritto ai contributi statali a fondo perduto

Con il Decreto Rilancio, il Governo ha messo in campo misure a sostegno dell’imprese con contributi a fondo perduto: ben 6 miliardi per gli indennizzi a favore delle piccole e medie imprese e per gli autonomi. Gli odontotecnici, in quanto “esercenti attività d’impresa”, sono soggetti riconosciuti ad accedere ai contributi.

Ovviamente tale contributo non sarà disponibile per tutti. Bisognerà dimostrare che la crisi causata dal Covid-19 abbia realmente danneggiato l’impresa. “Conditio sine qua non” per accedere è che:

  • il limite di fatturato 2019 è fissato in 5 milioni di euro,
  • il fatturato di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi del fatturato di aprile 2019

In pratica: se il fatturato di aprile 2019 è stato pari a 3mila euro, quello di aprile 2020 deve essere inferiore a 2mila euro (due terzi di 3mila euro). Bisogna, quindi, dimostrare una perdita pari ad almeno un terzo.

Le sovvenzioni saranno versate direttamente sul conto corrente dei beneficiari, previa domanda e verifica dei requisiti. Quindi, occorrerà  presentare la domanda all’Agenzia delle Entrate in modalità digitale, autocertificando la sussistenza dei requisiti previsti. La presentazione dovrà avvenire entro 60 giorni dalla data che sarà comunicata dall’Agenzia delle Entrate, cosa che avverrà solo dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. La domanda dovrà essere accompagnata dall’autocertificazione di regolarità antimafia. Il contributo verrà erogato tramite accredito diretto sul conto corrente o postale del beneficiario. In seguito all’erogazione del contributo, l’Agenzia delle Entrate comunicherà i dati ricevuti alla Guardia di Finanza, che li confronterà con quelli in possesso dal Ministero dell’Interno. Nel caso in cui i beneficiari ricevessero dei contributi non spettanti loro, nella loro totalità o in parte, il rischio è quello di incappare nell’accusa di indebita percezione e truffa ai danni dello Stato. L’importo erogato sarebbe recuperato e sarebbero applicate le sanzioni previste dalla legge.

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